Maggio è un mese di mezzo. Come settembre, è mese di passaggio e di metamorfosi. È un mese dove mi destreggio tra nuovi progetti e paura di fare, di procedere; di dubbi e incertezze puntuali come la primavera.
La mia indole è tana infinita. Solo la luce nuova e rigogliosa di maggio mi porta a voler carpire più del solito e guardarmi attorno per osservare come torna a muoversi la Natura, come procedono gli alberi.
Gli alberi vanno avanti stando fermi. Forse è proprio questo che mi affascina del loro mondo.
Per molto tempo mi è sembrato che stando ferma non potessi progredire in nessun modo. Poi ho iniziato a osservare gli alberi. A guardarli con una luce nuova negli occhi. A renderli partecipi all’interno della mia vita. Progrediscono in silenzio, stando fermi. Rami che anni prima erano fuscelli diventano solidi e folti.
Mi stupiscono le radici che danzano sotto la terra. Le si aggrappano e ho perfino l’impressione che la tengano ferma.
Gli alberi muovono il loro animo, è il loro temperamento interiore che procede, a microscopici passi.
Con questo spazio per gli alberi di maggio mi affido anche io al mio animo, alle radici e alle fronde della testa.