Sono sempre stata dell’idea che lo Yoga sia essenzialità. Il tappetino, per molto tempo, è stato il mio unico supporto. Il corpo, a mio parere, avrebbe dovuto farcela senza troppi fronzoli o aiuti. Erano gli albori del mio viaggio introspettivo, avevo appena iniziato a praticare Yoga. Dovevo fare ancora molta strada, sviluppare molta consapevolezza e soprattutto dovevo ancora capire il corpo, entrare in sintonia con il mio organismo.
Ho capito l’importanza dei props, dell’attrezzatura e dei sostegni solo quando, dopo un’operazione importante al colon, ho dovuto ricominciare a muovermi piano piano, rispettando il mio corpo e i suoi tempi di recupero. Ho ripreso a praticare in modo molto lento. Non potevo sforzare eccessivamente. Alcuni asana mi erano preclusi. Così mi venivano incontro cuscini, coperte, cinghie, foulard, mattonelle che mi permettevano di studiare alternative ottimali per costruire una pratica su misura per me in quel momento. E mi sono accorta che i props non erano solamente utili ma davano alle posizioni una specificità intrinseca che poteva essere usata sempre, non solamente momenti di difficoltà.
Ho continuato per diverso tempo a usare i props durante la mia nuova pratica di Yoga e poi, quando ho iniziato a insegnare, li ho gradualmente inseriti nelle pratiche con gli allievi. Molto dell’efficacia dei props mi è stato insegnato dallo Yin Yoga. Una prospettiva completamente diversa, non muscolare ma connettivale, dove i sostegni diventano indispensabili per sviluppare un certo tipo di lavoro specifico nel corpo attraverso l’immobilità.
Le mattonelle sono le mie preferite per versatilità, sono importanti per lavorare gli asana in modo graduale come ad esempio i Trikonasana oppure per intensificarne altre come alcuni piegamenti indietro. Inoltre posso essere usate anche per la vita di tutti i giorni. Le uso come supporto per il Pc oppure come momentanei porta tisana.
Le cinghie sono utili per gli allungamenti in progressione oppure quando dobbiamo agganciare due estremità che non si raggiungono facilmente, nelle torsioni e ogni qual volta abbiamo bisogno di aggiungere uno spazio ulteriore. Personalmente al posto delle cinghie preferisco il foulard che è molto più versatile e che all’occorrenza diventa, ripiegandolo, anche un comodo cuscinetto per la fronte.
Per quanto riguarda i cuscini, beh, qui si apre un mondo davvero infinito. Ogni anno ne vengono prodotti di nuovi e con funzioni differenti. I miei preferiti su tutti sono i bolster: cuscini lunghi a forma di cilindro oppure rettangolari. Sono cuscini, di solito, molto grandi, anche se negli ultimi anni sono nati nuovi formati come quelli lunghi e stretti. In ogni caso si possono usare anche nella vita di tutti i giorni, su divani e letti e il loro più grande pregio è proprio quello di essere un vero e proprio sostegno per il rilassamento del corpo. Bolster in inglese significa proprio sostenere. Numerose sono infatti le posizioni dove la schiena sul bolster trova un importante giovamento. Non sono cuscini dove si sprofonda, sono al contempo morbidi e solidi.
Non è mai una buona cosa quando i props vengono usati per forzare una certa posizione. Bisogna sempre allineare il corpo in una posizione rispettandone la conformazione e caratteristiche e soprattutto rispettando quello che si sente. Quando si sforza eccessivamente si sta facendo violenza al proprio corpo ed è sempre controproducente.
Vi suggerisco, se volete provare i props, di farvi guidare dalla curiosità di sperimentare e di portarli nella vostra pratica in modo consapevole e graduale. In questo viaggio sarà proprio il corpo a dirvi quali preferisce e quali sono i migliori per voi da utilizzare come sostegno.
Qui di seguito vi lascio i link se avete bisogno di acquistarli. Sono prodotti che ho provato personalmente e con i quali mi sono trovata bene. Non sono molto economici ma per lo Yoga è indispensabile scegliere dei prodotti buoni, duraturi e che sostengano l’ambiente.
Namasté e buona pratica.